La recente approvazione della Legge di Bilancio 2026 conferma un quadro normativo che continua a suscitare forti reazioni tra le comunità italiane all’estero. Il Parlamento ha infatti scelto di mantenere un trattamento differenziato tra i minori nati prima e dopo il 24 maggio 2025, data di entrata in vigore della Legge n. 74/2025, incidendo in modo significativo sui percorsi di riconoscimento della cittadinanza italiana.
Secondo il testo definitivo approvato da Camera e Senato il 30 dicembre 2026, l’esenzione dal contributo consolare di 250 euro e l’estensione del termine a 36 mesi per l’acquisto della cittadinanza per beneficio di legge si applicano esclusivamente ai figli di cittadini italiani nati all’estero a partire da tale data. I minori nati in precedenza restano invece soggetti alle regole e ai costi previsti dal regime precedente, come modificato dalla Legge n. 74/2025.
Il tentativo di modifica e il veto parlamentare
Nel corso dell’esame in Commissione, non sono mancati i tentativi di ampliare la platea dei beneficiari. In particolare, una proposta mirava a garantire le stesse agevolazioni anche ai minori nati prima del 24 maggio 2025, evitando così una disparità di trattamento basata unicamente sulla data di nascita. L’emendamento, tuttavia, non ha superato il vaglio parlamentare, lasciando invariato l’impianto originario della norma.
Reazioni e prospettive future
La mancata inclusione dei nati prima del 24 maggio 2025 ha riacceso il dibattito sul diritto alla cittadinanza italiana por descendencia, un tema centrale per migliaia di discendenti che aspirano non solo al riconoscimento dello status civitatis, ma anche all’ottenimento del passaporto italiano, strumento essenziale di mobilità e integrazione europea.
Di fronte al malcontento diffuso, resta aperta la possibilità di un nuovo intervento normativo attraverso il tradizionale decreto “Milleproroghe”, previsto per l’inizio del 2026. L’ipotesi allo studio sarebbe quella di presentare un emendamento che estenda l’esenzione e i termini anche ai minori esclusi dalla riforma attuale.
Parallelamente, cresce l’attesa per il pronunciamento della Corte Costituzionale, chiamata a valutare la legittimità della cosiddetta “Legge Tajani”. L’udienza fissata per l’11 marzo 2026 potrebbe rappresentare un passaggio decisivo: un’eventuale dichiarazione di incostituzionalità riporterebbe in vigore il sistema precedente, che non prevedeva limiti generazionali stringenti per il riconoscimento della cittadinanza italiana per discendenza.
In un contesto ancora incerto, le famiglie interessate restano in attesa di sviluppi normativi e giurisprudenziali che possano garantire maggiore equità e chiarezza in materia di cittadinanza.
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Il contenuto di questo articolo ha lo scopo di fornire indicazioni generali sull’argomento. Per dubbi o casi particolari è opportuno chiedere una consulenza specializzata in base alla vostra situazione specifica.
Articolo scritto da Alessia Ajelli, Managing Associate di LCA Studio Legale, avvocato specializzato in diritto dell'immigrazione e cittadinanza italiana, e Paolo Grassi, Trainee of LCA Studio Legale