Il permesso di soggiorno per assistenza ai minori, previsto dall’articolo 31 del Testo Unico sull’Immigrazione, è uno strumento giuridico pensato per tutelare l’interesse superiore del minore straniero che vive stabilmente in Italia. Si tratta di un titolo di soggiorno che può essere concesso a un familiare del minore anche qualora quest’ultimo non sia in regola con le norme sull’ingresso e la permanenza nel territorio italiano, quando l’allontanamento del familiare possa arrecare un danno grave allo sviluppo del minore.
Finalità del permesso di soggiorno per assistenza ai minori
La ratio di questo istituto non è quella di regolarizzare indiscriminatamente la posizione dello straniero, bensì di garantire al minore un contesto familiare adeguato e continuativo. La legge, infatti, pone al centro la tutela psicologica, affettiva ed educativa del minore, ritenendo che la presenza del familiare sia essenziale per il suo equilibrio e la sua crescita.
Requisiti per ottenere il permesso
Per ottenere l’autorizzazione al soggiorno è indispensabile dimostrare che la permanenza del familiare in Italia sia concretamente necessaria per l’assistenza, la cura e l’educazione del minore. Non è sufficiente, quindi, un legame formale di parentela: occorre provare un ruolo attivo e reale nella vita quotidiana del minore.
La domanda non potrà essere accolta qualora emerga che il familiare non svolge alcuna funzione significativa nell’accudimento del minore o che la sua presenza non incida in modo rilevante sul benessere di quest’ultimo. L’onere della prova ricade interamente sul richiedente, che dovrà fornire elementi idonei a dimostrare il grave pregiudizio che deriverebbe dall’eventuale allontanamento.
Chi può presentare la richiesta
Il concetto di “familiare” utilizzato dall’art. 31 TUI è ampio e non si limita ai genitori. Oltre al padre e alla madre, possono presentare domanda anche altri parenti, come nonni, fratelli, sorelle o altri soggetti legati al minore da un rapporto familiare significativo, purché sia dimostrata l’effettiva funzione di assistenza svolta.
L’autorità competente a concedere l’autorizzazione
La valutazione della richiesta spetta al Tribunale per i minorenni, che può autorizzare il soggiorno anche in deroga alle ordinarie norme sull’immigrazione. Il giudice verifica la presenza di “gravi motivi” legati allo sviluppo psicofisico del minore, tenendo conto della sua età, delle condizioni di salute e della situazione familiare complessiva.
In caso di esito positivo, il Tribunale stabilisce per quale periodo il familiare è autorizzato a soggiornare in Italia.
Rilascio del permesso di soggiorno e possibilità di lavorare
Una volta ottenuto il provvedimento del Tribunale per i minorenni, il familiare dovrà rivolgersi alla Questura territorialmente competente per richiedere il rilascio del permesso di soggiorno per assistenza minori. Questo titolo consente lo svolgimento di attività lavorativa e, al ricorrere dei presupposti di legge, può essere successivamente convertito in un permesso di soggiorno per motivi di lavoro.
L’importanza di un’assistenza legale mirata
La procedura per ottenere il permesso di soggiorno per assistenza ai minori è complessa e richiede una valutazione accurata della documentazione e dei requisiti richiesti dalla normativa. Per questo motivo è fortemente consigliabile affidarsi a un avvocato specializzato in diritto dell’immigrazione, in grado di fornire un’assistenza qualificata e di seguire correttamente ogni fase del procedimento, dalla presentazione del ricorso al Tribunale per i minorenni fino al rilascio del permesso da parte della Questura.
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Il contenuto di questo articolo ha lo scopo di fornire indicazioni generali sull’argomento. Per dubbi o casi particolari è opportuno chiedere una consulenza specializzata in base alla vostra situazione specifica.