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Permesso di soggiorno per discendenti di italiani: identificati i Paesi esteri di provenienza di chi ne avrà diritto

Nuova via per i discendenti di italiani per lavorare in Italia

Con questo intervento normativo, l’Italia riconferma l’attenzione verso le proprie comunità all’estero, offrendo un’opportunità concreta a chi, pur vivendo lontano, mantiene un legame culturale e familiare con il Paese

La recente pubblicazione, il 24 novembre 2025, del decreto del Ministero degli Affari Esteri datato 17 novembre 2025 sulla Gazzetta Ufficiale segna un passaggio decisivo per molti stranieri con origini italiane che mirano a lavorare in Italia. Il provvedimento definisce infatti i Paesi di cittadinanza dei discendenti di italiani residenti all’estero che potranno richiedere un permesso di lavoro subordinato fuori dalle quote, una possibilità introdotta dall’articolo 27, comma 1-octies, del Decreto Legislativo 286/1998.

Un nuovo canale per i discendenti di cittadini italiani

Con l’inserimento di questa nuova categoria tra gli ingressi non soggetti a contingenti numerici, il Governo apre una via preferenziale per chi può dimostrare la discendenza da un antenato italiano. L’obiettivo è facilitare il rientro lavorativo di persone con radici italiane, particolarmente numerose in alcune aree del mondo.

I Paesi riconosciuti dal decreto

Il decreto individua sette nazioni i cui cittadini, se discendenti di italiani, potranno accedere alla procedura semplificata per lavorare in Italia:

  • Argentina
  • Brasile
  • Stati Uniti d’America
  • Australia
  • Canada
  • Venezuela
  • Uruguay

Le proposte di includere ulteriori Paesi – tra cui Sudafrica, Messico, Perù e Cile – non sono state accolte in questa fase. Tuttavia, l’Esecutivo ha lasciato aperta la possibilità di estendere la lista in futuro, riconoscendo l’ampiezza della diaspora italiana in molti altri Stati.

In attesa delle istruzioni operative

Si attendono ora le indicazioni pratiche che disciplineranno l’attuazione della misura. Tra gli aspetti ancora da chiarire figurano:

  • l’introduzione dei moduli dedicati sulla piattaforma telematica per le domande di nulla osta;
  • la documentazione da esibire per dimostrare la discendenza italiana;
  • la documentazione da esibire per dimostrare la disponibilità di un contratto di lavoro o offerta di assunzione da parte di un datore di lavoro italiano;
  • il momento esatto in cui tale prova dovrà essere fornita nell’iter amministrativo.

Una misura che guarda alle comunità italiane nel mondo

Con questo intervento normativo, l’Italia riconferma l’attenzione verso le proprie comunità all’estero, offrendo un’opportunità concreta a chi, pur vivendo lontano, mantiene un legame culturale e familiare con il Paese. Per molti discendenti, questa potrebbe rappresentare una prima occasione di rientro, sia professionale sia identitario, in una prospettiva che valorizza le radici e favorisce la mobilità internazionale legata alla cittadinanza italiana.

Si tratta di un passo importante che potrebbe aprire ulteriori sviluppi, soprattutto qualora il Governo decidesse di ampliare la platea dei Paesi idonei nei prossimi mesi.

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Il contenuto di questo articolo ha lo scopo di fornire indicazioni generali sull’argomento. Per dubbi o casi particolari è opportuno chiedere una consulenza specializzata in base alla vostra situazione specifica.