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Carta di soggiorno e permesso FAMIT: due strade per i familiari dei cittadini italiani

Nuove vie legali per i familiari extracomunitari dei cittadini italiani in Italia

La domanda deve essere presentata presso la Questura competente, utilizzando il classico kit postale o, laddove disponibile, prenotando un appuntamento direttamente presso l’Ufficio Immigrazione tramite la piattaforma Prenota Facile.

Nel panorama dell’immigrazione in Italia, uno dei cambiamenti più rilevanti degli ultimi tempi riguarda i familiari extracomunitari dei cittadini italiani. Con il Decreto Legislativo n. 69 del 22 giugno 2023, il legislatore ha introdotto una distinzione chiave tra due situazioni molto diverse ma spesso confuse: quella dei cosiddetti familiari “mobili” e quella dei familiari “statici”.

I primi sono coloro che hanno seguito un cittadino italiano o europeo che ha esercitato il diritto alla libera circolazione, trasferendosi in un altro Stato membro dell’Unione Europea. I secondi, invece, sono i familiari che vivono in Italia con un cittadino italiano che non si è mai spostato oltre i confini nazionali. Proprio per questa differenza di percorso, le regole sul soggiorno sono cambiate in modo sostanziale a seconda dei casi.

Familiari “mobili”: la via della carta di soggiorno

Se un cittadino italiano ha vissuto o lavorato in un altro Paese europeo e successivamente è tornato in Italia insieme ai suoi familiari, questi ultimi possono continuare a beneficiare delle norme europee. In pratica, hanno diritto a una carta di soggiorno come familiari di cittadino italiano (ed europeo), secondo quanto previsto dal Decreto Legislativo 30/2007. Questo documento ha una durata di cinque anni, è rinnovabile e, con il tempo, può essere trasformato in una carta permanente valida per dieci anni, se si rispettano determinati requisiti di residenza continuativa.

Familiari “statici”: nasce il permesso FAMIT

La situazione è diversa per chi non ha mai lasciato il territorio italiano. Se il cittadino italiano è sempre vissuto in Italia e convive con un familiare extracomunitario, quest’ultimo non può più richiedere la carta di soggiorno europea. In questi casi entra in gioco il nuovo permesso FAMIT: un titolo di soggiorno che si basa su una normativa nazionale (art. 5, comma 8 del Testo Unico sull’Immigrazione) e che è stato pensato appositamente per tutelare i legami familiari interni al territorio italiano.

Il permesso FAMIT può essere richiesto da diverse tipologie di familiari, come il coniuge, il partner unito civilmente (se l’unione è riconosciuta in Italia), i figli minori o a carico, anche se nati da precedenti relazioni, e i genitori che risultano economicamente dipendenti. Non mancano però casi particolari, come quelli dei conviventi di fatto o dei parenti che, per motivi di salute o fragilità economica, dipendono effettivamente dal cittadino italiano: in questi casi l’accoglimento della domanda è valutato caso per caso, senza un automatismo garantito dalla legge.

Come si richiede il permesso FAMIT?

La domanda deve essere presentata presso la Questura competente, utilizzando il classico kit postale o, laddove disponibile, prenotando un appuntamento direttamente presso l’Ufficio Immigrazione tramite la piattaforma Prenota Facile. La documentazione necessaria include il passaporto del richiedente, i documenti del cittadino italiano, una prova del vincolo familiare e della convivenza presso un alloggio idoneo, oltre a fotografie e marca da bollo e un piccolo contributo economico per il rilascio del permesso in formato elettronico.

Quali diritti offre il permesso FAMIT?

Il permesso FAMIT ha una validità di cinque anni, è rinnovabile e soprattutto permette di lavorare liberamente, sia come dipendente che in forma autonoma. Ma non solo: consente l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale, la registrazione all’anagrafe come residente e l’accesso alle prestazioni assistenziali e previdenziali. In altre parole, offre una piena integrazione nella vita sociale e lavorativa del Paese, pur mantenendo come base il legame familiare con il cittadino italiano.

Una riforma che riconosce la realtà familiare italiana

In conclusione, la riforma ha il merito di distinguere due realtà giuridicamente differenti ma entrambe significative: quella del cittadino italiano che ha esercitato il suo diritto europeo alla mobilità, e quella di chi, pur restando in Italia, ha costruito legami familiari stabili e duraturi. Il nuovo permesso FAMIT rappresenta un passo avanti per la tutela di queste famiglie, riconoscendone la dignità giuridica e offrendo loro strumenti concreti per vivere e contribuire alla società italiana.

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Il contenuto di questo articolo ha lo scopo di fornire indicazioni generali sull’argomento. Per dubbi o casi particolari è opportuno chiedere una consulenza specializzata in base alla vostra situazione specifica.