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I figli nati da donne italiane prima del 1948 sono cittadini italiani?

La trasmissione della cittadinanza italiana per discendenza nel caso di donne

I requisiti fondamentali per richiedere la cittadinanza italiana per discendenza in linea femminile

La legge italiana è basata sul principio dello ius sanguinis, per cui i figli di cittadini italiani, senza limiti di generazioni, sono cittadini italiani.

Ma è sempre stato così?

Fino al 1992 la legge che disciplinava la cittadinanza italiana – Legge n. 555/1912 – prevedeva che solo gli uomini potessero trasmettere la cittadinanza italiana ai propri figli, restando esclusa invece tale possibilità per le donne italiane.

Questa discriminazione è venuta meno con l’entrata in vigore della Costituzione italiana il 1° gennaio 1948 la quale, tuttavia, non ha effetto retroattivo: da ciò ne è disceso che i figli nati da donna italiana prima del 1948 non potevano comunque essere riconosciuti automaticamente come italiani.

Cosa è cambiato?

Sono dovuti passare più di 50 anni affinché la situazione cambiasse: la sentenza n. 4466/2009 della Suprema Corte di Cassazione ha finalmente stabilito che la cittadinanza italiana può essere trasmessa anche da madri italiane per diritto di nascita, dichiarando l’incostituzionalità della norma che prevedeva il contrario.

La sentenza, sebbene abbia comportato un cambio radicale e l’eliminazione della diseguaglianza precedentemente esistente tra uomini e donne italiani, non è stata recepita attraverso un intervento modificativo della legge italiana sulla cittadinanza, pertanto i Consolati italiani continuano sino ad oggi a rifiutare il riconoscimento della trasmissione della cittadinanza per via materna a coloro che sono nati da madri italiane prima del 1948, ai quali rimane l’unica possibilità di procedere attraverso una causa legale al Tribunale del luogo in cui l’antenata italiana era nata.

Le caratteristiche del procedimento giudiziale

Il ricorso in via giudiziale per il riconoscimento della cittadinanza italiana deve essere presentato presso il Tribunale civile del luogo in cui l’antenata italiana era nata (fino al giugno 2022 era invece competente unicamente il Tribunale di Roma) nei confronti del Ministero degli Interni.

Una volta presentato il ricorso con l’assistenza di un avvocato, il Tribunale analizzerà la documentazione (che sarà la stessa che si presenterebbe nel caso di istanza di riconoscimento presentata dinanzi alle rappresentanze consolari italiane), e in caso di esito positivo al termine del procedimento – che di norma dura circa 2 anni - attesterà il diritto del richiedente e il suo status di cittadino italiano, ordinando le necessarie trascrizioni ed iscrizioni nei registri di stato civile.

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Il contenuto di questo articolo intende fornire una guida generale all'argomento. È necessario richiedere una consulenza specialistica in merito alla propria situazione specifica.

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