L’Italia, da sempre meta amata per la sua cultura, il clima e la qualità della vita, ha deciso di aprire le porte anche ai professionisti del lavoro a distanza. Con l’introduzione del visto per nomadi digitali e lavoratori da remoto, il Paese si propone come una destinazione ideale per chi desidera coniugare carriera internazionale e stile di vita mediterraneo.
Chi può richiedere il visto?
Il visto per nomadi digitali e lavoratori da remoto è pensato per cittadini di Paesi extra-UE che svolgono attività lavorative altamente qualificate utilizzando strumenti tecnologici che permettono di operare da remoto. Possono richiederlo sia i freelance che i dipendenti di aziende (anche non italiane), purché rientrino nella definizione di “professionisti qualificati”.
Per dimostrarlo, è necessario presentare un contratto di lavoro o un’offerta vincolante e avere almeno sei mesi di esperienza professionale come nomade digitale o lavoratore da remoto nel settore in cui si intende operare in Italia.
Requisiti principali
Per ottenere il visto, occorre rispettare alcuni criteri fondamentali:
Durata e possibilità di rinnovo
Il visto per nomadi digitali e lavoratori da remoto ha una validità di 12 mesi e dà diritto ad un permesso di soggiorno di pari durata che può essere rinnovato se i requisiti rimangono soddisfatti. I titolari possono estendere il beneficio anche ai propri familiari (coniuge e figli minori di 18 anni) tramite procedure dedicate: nello specifico, i familairi potranno richiedere un visto per familiari al seguito che permetterà loro di avere un permesso di soggiorno di durata pari al nomade digitale.
Procedura di richiesta
La domanda va presentata presso il consolato italiano competente per residenza. Nonostante inizialmente fosse stata ipotizzata una modalità online, al momento la prassi richiede la presentazione della domanda di rilascio di visto in presenza. I tempi di rilascio variano tra i 30 e i 90 giorni, in ogni caso il termine massimo di legge per la trattazione di queste pratiche è di 120 giorni.
Dopo l’ingresso in Italia, entro otto giorni, è obbligatorio richiedere il permesso di soggiorno presso la questura. Per i liberi professionisti, sarà inoltre necessario aprire una partita IVA e adempiere agli obblighi fiscali e previdenziali.
Regime fiscale
I nomadi digitali che si stabiliscono in Italia devono pagare le imposte sul proprio reddito globale, salvo che esistano trattati fiscali bilaterali con il Paese di origine. Tuttavia, sono disponibili programmi di agevolazione fiscale per i nuovi residenti che possono ridurre sensibilmente il carico tributario, soprattutto per freelance e piccoli imprenditori.
Conclusione
Con questo nuovo strumento, l’Italia punta a diventare una delle mete più attrattive per la comunità internazionale dei lavoratori da remoto. Il Digital Nomad Visa non rappresenta soltanto un permesso burocratico, ma un vero ponte tra innovazione e tradizione, offrendo la possibilità di vivere e lavorare in uno dei Paesi più affascinanti al mondo.
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Il contenuto di questo articolo ha lo scopo di fornire indicazioni generali sull’argomento. Per dubbi o casi particolari è opportuno chiedere una consulenza specializzata in base alla vostra situazione specifica.