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NOTIZIA: Il Consiglio Europeo ha approvato l'aggiornamento del Codice Frontiere Schengen!

La riforma del Codice Frontiere Schengen

Quali sono le principali novità apportate al Codice Frontiere Schengen

La riforma, nata dai grandi movimenti migratori del 2015 e dalla crisi dovuta alla pandemia da Covid-19, ha come obiettivo quello di rendere lo spazio Schengen più resistente a queste e a future simili situazioni assicurando, allo stesso tempo, che le persone che vivono e viaggiano all’interno dell’Unione Europea possano godere appieno dei vantaggi di viaggiare senza frontiere.

La riforma affronta diverse questioni tra cui (i) la strumentalizzazione della migrazione, offrendo possibili soluzioni a limitarla; (ii) l'emergenza sanitaria su larga scala, introducendo la possibilità di adottare misure a livello centrale UE che limitino l'accesso dei cittadini di Paesi terzi all'Unione Europea; (iii) il ripristino dei controlli alle frontiere interne, offrendo chiarimenti su una misura che deve, e rimarrà, di ultima istanza.

Emergenze sanitarie

Nel caso in cui si presentasse un'altra emergenza sanitaria come quella dovuta al Covid-19 nel 2020, le nuove norme prevedono la possibilità – a seguito di una decisione del Consiglio UE – di mettere in atto restrizioni temporanee ai viaggi alle frontiere esterne dell'UE armonizzate, garantendo una risposta uniforme che è mancata 4 anni fa. Le nuove norme concedono inoltre al Consiglio UE il potere di imporre test, quarantena e autoisolamento e altre misure sanitarie per i cittadini non-UE che entrano nell’Unione Europea.

Strumentalizzazione della migrazione

Le nuove norme concedono agli Stati Membri il potere di limitare il numero dei varchi alle frontiere, gli orari di apertura e le misure di sorveglianza delle frontiere stesse, al fine di rafforzare la sicurezza dei confini, senza drasticamente ridurre l’accesso all'UE dall'esterno.

Reintroduzione dei controlli delle frontiere interne

La riforma del Codice Frontiere Schengen contiene anche chiarimenti specifici sul quadro esistente per il ripristino e la proroga dei controlli alle frontiere interne: trattandosi chiaramente di una misura di ultima istanza (fondamentalmente contraria allo scopo per il quale è stato istituito lo Spazio Schengen), sarà possibile applicarla in caso di grave minaccia all'ordine pubblico o alla sicurezza interna, dopo una valutazione della necessità, della proporzionalità e dell'impossibilità di utilizzare altri mezzi.

Inoltre, l'aggiornamento limita la durata massima della reintroduzione e prevede che debbano essere notificati alla Commissione, agli Stati Membri e al Parlamento Europeo prima di essere reintrodotti. La durata massima è fissata a due anni, con un margine di 6 mesi, rinnovabile una sola volta, in situazioni di eccezionale rilievo.

Le nuove norme e i chiarimenti suggeriscono agli Stati Membri di preferire misure alternative come i controlli di polizia e la cooperazione transfrontaliera. Inoltre, una nuova procedura di trasferimento consentirà a uno Stato Membro di trasferire i cittadini di Paesi terzi nello Stato Membro da cui sono arrivati direttamente. Il fermo dovrebbe avvenire nel contesto di un quadro di cooperazione bilaterale.

I prossimi passi

Trattandosi di un regolamento, è direttamente applicabile in tutti i Paesi dell'UE (parte dell'Accordo di Schengen) ed entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea.

L’applicabilità di questi aggiornamenti al Codice Frontiere Schengen potrebbe essere testata in prima persona dall’Italia in occasione del Summit del G7, che si terrà in Italia dal 13 al 15 giugno a Borgo Egnazia, Puglia. In ogni caso, al momento, i controlli alle frontiere interne che verranno applicati sono basati sugli Articoli 25 e 27 del Codice del 2016, in linea con simili misure adottate in casi di eventi di alto livello, e comporteranno una limitazione del libero movimento dalle 2 del pomeriggio del 5 giugno, alla stessa ora del 18 giugno 2024.

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