In Italia, a differenza di altri Paesi dell’Unione Europea, l'acquisto di un immobile da parte di un cittadino non-UE non permette all’acquirente di ottenere automaticamente un visto e permesso di soggiorno.
L’acquisto di una proprietà immobiliare, tuttavia, può essere uno degli elementi che permettono ai cittadini extra-UE interessati a trasferirsi in Italia di accedere, unitamente al soddisfacimento di ulteriori requisiti, a diverse tipologie di visti e permessi di soggiorno.
L’acquisto di immobili da parte di stranieri ed eventuali restrizioni
In linea generale, la legislazione italiana consente agli stranieri di acquistare immobili nel territorio italiano. Tuttavia, questo diritto è condizionato al soddisfacimento della cosidetta “condizione di reciprocità”: vale a dire che i cittadini di paesi terzi che non permettono agli italiani di acquistare proprietà nel loro territorio o che pongono dei vincoli all’acquisto da parte di cittadini italiani, potrebbero a loro volta incontrare delle restrizioni al momento di acquistare un immobile in Italia. La verifica del soddisfacimento della condizioni di reciprocità è, pertanto, uno degli adempimenti principali che un acquirente straniero deve svolgere per poter procedere all’acquisto.
Comprare un immobile in Italia partecipando a programmi quali “Bando Residenzialità” e “Case ad 1 Euro”
Dalla Toscana alla Sicilia, dal Piemonte al Lazio, passando per la Puglia, il Molise e la Campania: non c’è quasi una regione in Italia che negli ultimi anni non ha visto susseguirsi iniziative da parte di piccoli Comuni che hanno offerto l’acquisto di case ad 1 (un) Euro in borghi pittoreschi ma pressochè disabitati o ancora bandi, come il “Bando Residenzialità in montagna” per l’incentivazione all’acquisto di immobile e al trasferimento della residenza.
Queste iniziative, che hanno certamente come obiettivo quello di attrarre nuovi residenti nei piccoli centri, per rivitalizzare borghi storici e combattere lo spopolamento dei piccoli comuni, sono spesso attrattive per stranieri che sognano di acquistare una proprietà in Italia per trasferirsi nel Paese. Chi decide di partecipare a queste iniziative e bandi deve però tenere a mente che molto spesso, oltre al prezzo irrisorio, i Comuni pongono alcune condizioni fondamentali per poter accedere all’iniziativa, quale l’impegno a ristrutturare l’immobile entro un determinato periodo di tempo, risiedere effettivamente nel paesino o svolgere attività che come obiettivo hanno quello di aumentare la qualità della vita in questi borghi spesso popolati da sole persone anziane e con scarsi servizi.
Se queste offerte sono da un lato certamente attrattive e possono rappresentare un’ottima opportunità per gli stranieri che cercano di stabilirsi in Italia, è consigliabile comunque prestare attenzione alle condizioni e requisiti che le stesse portano con sè e che devono essere strettamente rispettate.
Ma quali sono i visti disponibili per chi vuole trasferirsi in Italia avendo comprato un immobile?
Come detto, la legge di immigrazione italiana non prevede una tipologia di visto e permesso di soggiorno garantito automaticamente ai compratori di immobili nel territorio italiano, tuttavia esistono diverse opzioni che possono rappresentare una valida alternativa, primo fra tutte il visto e permesso di soggiorno per residenza elettiva.
I cittadini extra-UE che abbiano la disponibilità di un immobile da eleggere a propria residenza (per esempio proprio perchè hanno acquistato una casa o appartamento in Italia) e che siano titolari di sufficienti risorse economiche derivanti da fonti passive (investimenti, rendite, pensioni, vitalizi etc..) hanno la possibilità di richiedere al Consolato italiano nel proprio paese di residenza un visto per residenza elettiva.
Il visto, una volta concesso, permetterà di ottenere un permesso di soggiorno in Italia che potrà essere rinnovato senza limiti fintanto che la persona continui a rispettare i requisiti per il suo rilascio.
Il visto per residenza elettiva non permette di svolgere attività lavorativa (subordinata o autonoma) in Italia, pertanto i titolari potranno e dovranno vivere utilizzando unicamente le risorse economiche di fonte passiva in base alle quali il visto sarà stato concesso.
Per coloro che, invece, intendono non solo godersi il soggiorno in Italia senza lavorare ma vogliono avere la possibilità di svolgere attività lavorativa, le alternative possibile, al di là dei permessi di soggiorno per motivi di lavoro, studio e famiglia, possono essere rappresentate da:
- visto per investitori, purchè i richiedenti siano disposti ad investire almeno 2 milioni di euro in titoli di stato, 500.000 euro in equity di società italiane, 250.000 in startup innovative, o 1 milione in progetti filantropici di interesse sociale
- visto per nomadi digitali e lavoratori da remoto se i richiedenti intendono lavorare da remoto come free lancers o dipendenti di aziende straniere o italiane e nel frattempo vivere in Italia
Se anche l’Italia non offre un programma di visti per investimenti immobiliari, le alternative esistono e chi vuole comprare casa e trasferirsi in Italia ha certamente delle opportunità, tutte da esplorare!
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