Quando si parla di immigrazione in Italia, due concetti spesso confusi ma profondamente diversi sono il ricongiungimento familiare e la coesione familiare. Entrambi rappresentano strumenti fondamentali per tutelare il diritto all’unità della famiglia, ma ciascuno segue percorsi amministrativi propri, che dipendono soprattutto dalla situazione del familiare che già vive in Italia e dallo status di chi desidera raggiungerlo.
Il ricongiungimento familiare è la procedura destinata ai cittadini non appartenenti all’Unione Europea che intendono trasferirsi in Italia per vivere con un familiare anch’esso non-UE, già residente legalmente nel Paese. Si tratta di un iter articolato, che inizia con la richiesta del nulla osta presso lo Sportello Unico per l’Immigrazione presso la Prefettura territorialmente competente. Solo dopo aver ottenuto questo documento è possibile richiedere il visto per ricongiungimento familiare presso il consolato italiano nel Paese di provenienza. Una volta entrati in Italia, il passaggio conclusivo consiste nella domanda del permesso di soggiorno presso la Questura competente, che formalizza la permanenza legale per motivi familiari.
La coesione familiare, invece, si rivolge a cittadini non-UE che si trovano già sul territorio italiano — per esempio con un visto Schengen o in base al diritto di ingresso senza obbligo di visto per soggiorni di breve durata — e desiderano regolarizzare la loro posizione per vivere con un familiare extra-UE legalmente residente. In questo caso, il procedimento è più diretto: non è necessario richiedere il nulla osta o un visto d’ingresso, poiché la domanda del permesso di soggiorno può essere presentata direttamente in Italia.
La differenza sostanziale tra i due istituti, dunque, risiede nel momento e nelle condizioni di ingresso nel territorio italiano. Il ricongiungimento familiare presuppone che il familiare viva ancora all’estero e necessiti di un visto per entrare legalmente; inoltre, il familiare già residente in Italia deve esserlo da almeno 2 anni (salvo nel caso di ricongiungimento di figli minorenni o nel caso di titolari di tipologie specifiche di permesso di soggiorno come la Carta Blu UE o il permesso EU ICT). La coesione familiare, al contrario, riguarda chi si trova già in Italia e intende regolarizzare la propria permanenza in virtù dei legami familiari.
In entrambi i casi, il risultato finale è l’ottenimento di un permesso di soggiorno per motivi familiari, che consente di lavorare, accedere al sistema sanitario nazionale e rinnovare il titolo senza limiti temporali, purché permangano le condizioni che ne hanno giustificato il rilascio. Tuttavia, è essenziale valutare con attenzione quale delle due procedure si applica al proprio caso, poiché i requisiti e i tempi di rilascio possono variare in base alla situazione personale e allo status del familiare residente.
Comprendere la distinzione tra ricongiungimento e coesione non è quindi una semplice questione terminologica, ma un passo fondamentale per intraprendere correttamente il percorso verso la regolarizzazione e la stabilità familiare in Italia.
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