I cittadini extra-UE che intendono avviare un'attività di lavoro autonomo in Italia possono richiedere un visto e permesso di soggiorno per lavoro autonomo ex art. 26 D.Lgs. 286/98 a seconda dell'attività che intendono svolgere - scopriamo come!
Quale che sia l'attività di lavoro autonomo che il cittadino extra-UE voglia svolgere, avrà sempre la necessità di richiedere in Italia un nulla osta provvisorio, dimostrando il possesso dei requisiti che, per tutte le opzioni includono la disponibilità di un alloggio in Italia, il possesso di risorse economiche superiori al minimo per l'esenzione dall'assegno sociale e le eventuali autorizzazioni e licenze per l'esercizio dell'attività, e procedendo poi alla richiesta di un visto per lavoro autonomo all'Ambasciata o Consolato italiano nel Paese estero di residenza che avrà piena discrezionalità sul rilascio del visto.
Il rilascio dei visti per lavoro autonomo è soggetto ai limiti numerici del "decreto flussi" approvato di volta in volta dal Governo italiano.
Una volta ottenuto il visto, il lavoratore dovrà fare ingresso in Italia e procedere alla richiesta del permesso di soggiorno che potrà essere rilasciato per una durata di 1 o 2 anni e sarà rinnovabile al permanere dei requisiti per il rilascio e purché il titolare non abbia fatto assenze dal territorio italiano per periodi di oltre la metà della durata del permesso. Trascorsi 5 anni e risiedendo in Italia il titolare del permesso per lavoro autonomo potrà fare richiesta del permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo UE.
- Consulenza generale
- Assistenza nella predisposizione della documentazione di supporto
- Presentazione delle richieste di nulla osta presso le autorità competenti in Italia
- Istruzioni per le richieste di visto presso le Ambasciate e Consolati italiani
- Accompagnamento e assistenza per la richiesta di permesso una volta in Italia
Il cittadino extra-UE che viene nominato come membro di un organo sociale (amministratore delegato, membro di un Consiglio di amministrazione, sindaco) da una società (S.r.l., S.p.A. o S.a.p.a.) costituita e operante in Italia da almeno 3 anni, in regola con i propri obblighi fiscali e previdenziali, può richiedere un visto e permesso di soggiorno per lavoro autonomo dimostrando l'impegno della società a riconoscergli una remunerazione e a non instaurare un rapporto di lavoro subordinato.
Chi voglia, invece, intraprendere un'attività di consulenza come lavoratore free-lance, può richiedere un visto per lavoro autonomo dimostrando di poter percepire un reddito di almeno 8.500 Euro all'anno da rapporti contrattuali con clienti italiani e di soddisfare i requisiti per l'esercizio della specifica attività in Italia con l'ottenimento delle necessarie autorizzazioni, licenze e/o iscrizioni ad albi ove richiesti.
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Gli imprenditori extra-UE che vogliono avviare un nuovo business in Italia possono richiedere un visto per lavoro autonomo presentando un business plan per lo sviluppo di un'attività di interesse per l'economia italiana che preveda un investimento di almeno 500.000 Euro, proveniente da fonti proprie e lecite, e la creazione di 3 nuovi posti di lavoro.
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I cittadini extra-UE che vogliono costituire una startup innovativa in Italia possono richiedere un visto per lavoro autonomo candidandosi per il programma "Startup Visa for Italy".
Il founder deve impegnarsi ad investire almeno 50.000 Euro presentando un business plan solido finalizzato alla costituzione di una startup innovativa - cioè una società avente i requisiti di innovatività e tecnologia fissati dalla Legge 221/2012 e iscritta in una sezione speciale del Registro delle Imprese - e la richiesta può essere presentata anche tramite un incubatore certificato operante in Italia.
Se la startup innovativa è già stata costituita, vi è comunque la possibilità per il cittadino extra-UE, investendo un importo di Euro 100.000 e venendo nominato come amministratore delegato, di presentare la domanda di visto.
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